Veles

 

VELES

Città di riformatori, rivoluzionari e poeti- culla della cultura macedone

 

Veles si trova nella parte centrale del paese, nel corso medio del fiume Vardar. Situata alla principale via di comunicazione della Penisola Balcanica lungo la valle del fiume Morava e Vardar, e la città viene attraversata dalla maggiore via ferroviaria, di cui si dividono due bracci: uno verso la parte orientale della Macedonia (Shtip e Kochani) e l’altro verso la parte sud- occidentale  (Prilep e Bitola). Dopo Skopje, Veles rappresenta il nodo ferroviario più importante della Repubblica di Macedonia.

Veles è una vecchia città. Nel corso degli anni la città cambiava spesso il nome. Nel terzo secolo viene menzionata sotto il nome di Vila Zora, col significato città-ponte. Più tardi la città aveva il nome di Kjupurli. Il nome di oggi lo ottenne nel VII secolo con l’arrivo degli Slavi sui Balcani, dallo slavo v les, col significato nel bosco (a causa dei boschi fitti che la circondavano).

Nel XVII e XVIII secolo Veles rappresenta una città conosciuta e una sede amministrativa. Svolgeva un ruolo di un importante incrocio di comunicazione e città commerciale in cui era sviluppato anche l’artigianato soprattutto l’arte del vasaio. Dopo le Guerre Balcaniche e la Prima Guerra Mondiale, la città perde alcune delle sue funzioni. Il che si riflette anche sulla crescita della popolazione.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale Veles diventa  un notevole centro industriale, amministrativo e culturale. Con ciò si aumenta anche il suo ruolo da centro di gravitazione e imigrazione, così che da una città con 20.000 abitanti nel 1953 diventa una città con circa 50.000 abitanti (2002).

La maggiore qualità dell’economia di Veles è l’industria: l’industria chimica,  dei  non metalli e materiali edili, metalmeccanica, ceramica, alimentare e l’industria della pelliccia.

Essendo un nodo di comunicazione sviluppato, Veles rappresenta un centro regionale nella Regione del corso medio del Vardar. Ha una zona di gravitazione assai importante, specialmente accentuata nella  confluenza dei fiumi Babuna e Topolka, che si espande  anche verso le aree di  Ovche Pole e Tikvesh.

 

 

 

IL LAGO MLADOST                                                                            

Bacino di accomulazione artificiale con dei contenuti attrattivi e zona di ricreazione

IL lago Mladost si trova al fiume Otovica, affluente sinistro di Vardar, a otto chilomertri al nord di Veles. La costruzione del bacino dell’accomulazione iniziò nel 1960 e finì  nel 1962. Comprende un bacino di 97 km2. Il lago è lungo circa 2 km, largo 0,4 km e copre una superficie di 0,84 km2. Il lago ha una diga sottile di calcestruzzo armato, alta 35 metri ed elevamento della cupola di 247 metri.   

Lo scopo principale del lago è l’irrigazione di circa 1350 ha di terreno arabile nella regione del villaggio Otovica e per la vicinanza delle città Veles e Skopje viene utilizzato in fini turistici, ricreativi e sportivi. Oggi vengono soddisfatti tutti e due scopi.  Il lago è attrezzato di strutture necessarie turistiche e di ristorazione, e con la nave- ristorante specialmente organizzato e arredato rappresenta un centro di turismo e ricreazione di questa zona.

 

 

 

LA CHIESA  DI SAN PANTELEJMON (1840) 

La chiesa è sotto la protezione di UNESCO e rappresenta una Chiesa cattedrale dell’Esarcato Povardarie

La chiesa cattedrale di San Pantelejmon si trova in un recesso alla parte sud-occidentale di Veles, ad una centina di metri dalle ultime case. Il terreno è abbastanza ripido, soprattutto alla parte occidentale, in cui sopra la chiesa si innalza la collina Vrshnik, e alla parte orientale è il terreno ripido fino alla Gola di Veles, la riva del fiume Vardar e la strada maestra verso il sud. Per questo è stato fatto un fondamento della chiesa e come bastione della parte dell’est è stato costruito un muro d’appoggio di pietra intagliata, proprio uguali a quelli delle fortezze di difesa.

La chiesa è costruita dal maestro edile Andreja Damjanov, così come è scritto all’ingresso : “ Il Maestro Andreja ha costruito la chiesa” . Gli affreschi e le icone sono opere dei famosi pittori di icone macedoni provenienti da Mijacija, Papradiste e Veles. La maggioranza delle icone sono state dipinte dai bravi pittori di icone Gjorgji Damjanov e Gjorgji Jakov Zografski.

La chiesa di oggi è costruita sulla vecchia, la quale esisteva come una piccola chiesa, che probabilmente serviva da monastero nella vecchia città di Veles. La chiesa fu abilitata per le attività di culto in quattro anni, dal 1837 al 1840. La terminazione finale durò fino al 1847 e nel 1849 fu collocata la battola. Nel cortile della chiesa, all’ingresso fu collocato il campanile e a destra del campanile alcuni piccoli edifici per dversi scopi. Il suo aspetto di oggi risale al periodo 1837-1940.

 

L’ARCHITETTURA DELLA VECCHIA CITTA’    

La configurazione del relievo della zona della vecchia città dalle due rive del fiume Vardar  ha favorito lo sviluppo di un’architettura specifica urbana di Veles.  Il pianoterra delle case veniva costruito  da pietra non lavorata che è una buona base di fondare. Le case hanno due o tre piani, a volte anche di più. I piani superiori hanno anche balconi e molte finestre, le facciate di solito sono colorate in bianco. La carateristica principale dell’architettura è la presenza delle finestre a bovindo, che consentono più spazio dei piani superiori e fanno l’enfasi dei piani superiori. A Veles sono presenti tutte queste particolarità. Le case sono in ordine di scala, una sopra l’altra, e le case più conoscite con archittetura vecchia sono le case delle famiglie Paunovi, Trenchovi, Prnarovi, Gjorgovi, Shukarovi.

 

IL SITO ARCHEOLOGICO STOBI  

Quando i milleni si incontrano in un sentimento unico

Stobi si trova all’afflusso del fiume Crna Reka in Vardar. Si trova sulla riva sinistra e si espande a diverse scale sul terreno. Cadde sotto il dominio macedone nel 217 a.C nei tempi di Filippo V. Nel periodo preromano era una piccola città con la superficie di 2,5 Ha. Per la sua posizione favorevole sulla via tra il Danubio e il Mare Bianco, nella valle di Vardar, il piccolo insediamento divenne strategicamente molto importante. Al passaggio dalla vecchia alla nuova era, quando diventò una provincia romana, Stobi si trasformò in un municipium  (città con amministrazione autonoma e diritto a voto).

La sua apparenza più riconoscibile la città la ottenne nel periodo tardo romano, quando divenne un importante centro commerciale, amministrativo, militare e culturale. Della crescita economica e culturale ne testemoniano i palazzi e le basiliche, decorate con affreschi e mosaici provenienti dal IV e V secolo. Quello era il tempo del maggiore sviluppo e importanza di Stobi, quando essa divenne il capoluogo della nuova provincia Macedonia Secunda. Breve tempo dopo la città fu allargata a una superficie otto volte maggiore rispetto alla precedente.

Le prove dello sviluppo del cristianesimo a Stobi risalgono al 325. In questo periodo Stobi era città con unica religione cristiana nell’impero e una sede episcopale. Arcivescovo di Stobi fece parte della Prima riunione ecclesiastica a Nikea. Sulla crescita del cristianesimo testimonia il gran numero dei battisteri scoperti nelle chiese cattedrali.

La città ebbe grandi devastazione durante gli attacchi degli Unni e Ostrogoti nel V secolo.  Nel VI secolo fu distrutta anche dal terremoto, dopo di che non fu mai rifondata.  dopo. L’importanza di Stobi viene aumentata anche con le nozioni che ci sono ancora degli artefatti da scoprire.   

 

 

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